Sa Osa

Due vetrine del Museo sono dedicate al recente scavo condotto dalla Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano presso il villaggio nuragico di Sa Osa, nel quale è stata evidenziata una sequenza insediativa di straordinario interesse i cui momenti iniziali risalgono all’età del Rame (III millennio a.C.), ma che si estende prevalentemente nel periodo nuragico, dall’età del Bronzo medio (1700-1365 a.C.) fino alla Prima età del Ferro (IX-metà VIII sec. a.C.).
Il sito si colloca nella piana del Campidano Maggiore a circa 2 km dall’attuale linea di costa del Golfo di Oristano e a circa 500 m dalla sponda destra del fiume Tirso, occupando una lieve emergenza alluvionale che si eleva fino a 6 m s.l.m. e che degrada a sud verso il fondo valle del fiume, il cosiddetto bennaxi. Il luogo dista circa 200 m dalla località di S’Arrieddu, dove da tempo sono noti un insediamento di cultura Ozieri (IV mill. a.C.) e una tomba a cista litica di facies Campaniforme-Bonnanaro (fine III-inizi II millennio a.C.). Lo scavo archeologico a Sa Osa ha riguardato al momento soltanto l’area dove è stata realizzata la rotatoria che raccorda la strada provinciale Rimedio-Torregrande alla strada proveniente dal nuovo ponte sul Tirso in loc. Brabau.
La prima occupazione del sito durante l’età del Rame è rappresentata da un villaggio prenuragico di facies sub-Ozieri, caratterizzato da strutture abitative infossate nel terreno. I relativi depositi archeologici hanno restituito resti di pasto costituiti da ossa di animali di varie specie e da conchiglie di molluschi marini, ceramiche sia lisce che decorate, strumenti in osso e litici in ossidiana.
La presenza umana in età nuragica si articola in almeno tre fasi. La prima, relativa al Bronzo medio, è attestata da strutture abitative infossate, simili a quelle in uso nel periodo prenuragico. Il villaggio sorto nella successiva fase del Bronzo recente (1365-1200 a.C.) è caratterizzato dalla presenza di numerosi pozzi scavati accanto a strutture abitative in alcuni casi infossate nel terreno, in altri dotate di zoccolo murario. In uno di questi pozzi, profondo circa 5 m, oltre a numerosi reperti ceramici (esposti nelle due vetrine del Museo) e ossa animali, sono stati rinvenuti anche semi d’uva e di fico. Il dato appare particolarmente importante in quanto costituisce la più antica attestazione della coltura della vite in Sardegna. Il villaggio nuragico del Bronzo finale-Prima età del Ferro (XII-VIII sec. a.C.) è attestato finora soltanto da pozzetti-silos, profondi circa 2 m, dotati all’imboccatura di ghiera circolare ricavata in una lastra di arenaria.
Nell’economia delle popolazioni nuragiche insediate a Sa Osa appaiono particolarmente rilevanti, sulla base dei resti faunistici restituiti dai depositi archeologici, le attività dell’allevamento, della la caccia e della pesca, quest’ultima praticata verosimilmente anche nel vicino corso del Tirso.